Golfisti si nasce? No: si diventa. E non conta essere maschi o femmine. Se ti prende la passione, vuoi giocare ovunque capiti: sotto casa o in capo al mondo. Quella pallina che corre nel vento è capace di farti sognare…
Nato in Scozia molti secoli fa, il golf ai suoi inizi era un gioco per soli uomini. Provate a mettere insieme solo le iniziali delle parole inglesi Gentlemen Only Ladies Forbidden e avrete un quadro preciso della situazione. Era nato così, ma ora fortunatamente è aperto a tutti.
Un gioco preciso, rigoroso, pieno zeppo di regole, tranne quelle che stabiliscono le dimensioni e la forma del campo di gara. L’importante è spedire con il minor numero possibile di colpi una pallina di 42,67 millimetri di diametro e costellata di fossette in una buca cilindrica di 120 millimetri di diametro, posta in mezzo a boschi, ruscelli, bunker di sabbia, a 300 o 500 metri di distanza dal vostro primo colpo. E questo per 18 volte!
Che siate in montagna o su un’isola deserta in mezzo all’oceano non ha importanza. Un vero appassionato va a giocare ovunque si trovi. Porta con sé in valigia scarpe da golf, maglietta e pantaloncini e il guanto della mano sinistra (se non è mancino). Il resto lo troverà in loco, che si tratti della Patagonia o di uno dei tantissimi campi nei pressi di Roma, tra i maestosi resti dell’Acquedotto Claudio o sulle rive del Tevere.
L’Acquasanta, culla del golf romano
Per nascita, il Circolo del Golf Roma Acquasanta è il primo club di golf d’Italia, per origini si può affermare che sia quello più nobile. Nascosto in un meraviglioso angolo di campagna cristallizzato nel tempo, tra via Appia Nuova e via Appia Pignatelli, l’Acquasanta ha una storia intrigante e misteriosa che affonda le sue radici ai tempi di Numa Pompilio.
Stando alla leggenda, il secondo re di Roma incontrava in questi luoghi, nel Bosco delle Camene, la bella ninfa Egeria, sua amante. Quando Numa Pompilio morì, la ninfa si disperò e pianse così tanto che si trasformò in una sorgente d’acqua, la stessa che dà il nome al Circolo e che, oggi ancora attiva, si può vedere a circa 500 metri dal club. Ed è nei luoghi di Egeria e di Numa Pompilio che, quasi tremila anni dopo, si gioca a golf.
Ma coloro che apprezzarono per la prima volta le “qualità golfistiche” di quest’area non furono i romani. La storia più recente del Circolo ha inizio infatti nel 1903, quando i rappresentanti delle ambasciate a Roma, i primi a praticare il gioco nella Capitale probabilmente sui prati di Villa Borghese o in quello di Villa Doria Pamphilj, maturarono il desiderio di giocare in un vero e proprio percorso di golf e individuarono nei terreni di proprietà del principe Torlonia il luogo perfetto per le loro esigenze. Le 18 buche del Circolo del Golf Roma Acquasanta sono circondate da un panorama straordinario: da un lato la vista dell’Acquedotto Claudio, dall’altro il Mausoleo di Cecilia Metella, sull’orizzonte di ponente la Basilica di San Giovanni in Laterano e la cupola di San Pietro.
Negli anni, dal fascino dell’Acquasanta nessuno è rimasto immune, e sul suo storico percorso è passata tutta la nobiltà romana e internazionale, nonché i più famosi nomi dell’industria, della politica, dell’arte, della cultura e del cinema: Vittorio Emanuele III, Gary Cooper, Ingrid Bergman, Gianni Agnelli, il duca di Segovia, l’Agha Khan… Tutti hanno giocato qui, immersi nella Storia.