Due opere di Giuseppe Penone, uno dei più importanti protagonisti dell’arte contemporanea, si possono ammirare a Roma davanti al palazzo della Maison Fendi, mecenate dell’installazione.
In largo Goldoni, cuore del Tridente capitolino, le forme plastiche di Giuseppe Penone animano la città. Ricordano così l’importanza del dialogo tra l’uomo e la natura, anche nei luoghi dove predomina il paesaggio urbano.
L’installazione permanente che si può ammirare in questo angolo del centro si chiama Foglie di pietra. È costituita da due alberi di bronzo, alti rispettivamente 18 e 9 metri, che intrecciano armoniosamente i loro rami per sostenere un blocco di marmo di 11 tonnellate. Una scultura viva, che combina elementi naturali e pietra scolpita e rievoca paesaggi di antiche rovine riassorbite dalla vegetazione.
L’opera è stata donata alla città di Roma da Fendi, che con la capitale ha un rapporto molto particolare. È qui che Edoardo Fendi e Adele Casagrande hanno fondato la Maison nel 1925. E sempre, a Roma, l’azienda è oggi uno dei più intraprendenti finanziatori di progetti artistici e architettonici.
L’opera Foglie di pietra richiama altri lavori di Penone esposti nell’ultima personale dell’artista dal titolo Matrice, tenutasi da gennaio a luglio 2017 al Palazzo della Civiltà Italiana, headquarter della Maison di moda. Al meraviglioso edificio simbolo dell’Eur, Fendi ha dedicato un imponente progetto di restauro conservativo terminato due anni fa.
Fendi e il Colosseo Quadrato all’Eur
Il Colosseo Quadrato è un gioiello solido e spigoloso della Roma moderna, finalmente restituito al suo originario splendore: A suo interno, la poetica di Giuseppe Penone ha celebrato le forze trasformative della materia e si è fusa con lo spazio razionale in cui era immersa. Legni, terre, bronzi e terrecotte hanno ipnotizzato i visitatori, confermandosi protagonisti indiscussi dell’opera di questo grande artista contemporaneo.
Penone, nato in Piemonte nel 1947, è uno dei massimi esponenti dell’Arte Povera e si contraddistingue per la sua visione fluida del mondo. Questa particolare visione lo porta a esprimersi attraverso i mezzi più vari. Dal segno grafico alla parola e, nello spazio, dalla materia inorganica a quella organica.
Sono proprio gli alberi di largo Goldoni a rappresentarlo meglio in quanto. Infatti, l’artista stesso così si esprime: «un albero è un essere che memorizza la sua forma e la sua forma è necessaria alla sua vita, quindi è una struttura scultorea perfetta, perché ha la necessità dell’esistenza».