La particolare fusione tra lo spazio e le forme della natura rende le fontane di Gian Lorenzo Bernini opere d’arte capaci di destare meraviglia a ogni sguardo.
Simbolo di dinamismo, vitalità e metamorfosi, l’acqua assume un ruolo fondamentale nel processo di trasformazione urbanistica barocca della Città Eterna. E le fontane dell’architetto e scultore Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) ne costituiscono uno dei massimi esempi.
Le fontane del Bernini a Piazza Barberini
Partiamo dalla Fontana del Tritone (1642-43, foto di apertura a sinistra), situata al centro di Piazza Barberini, che dalla famiglia pontificia prese il nome. Ideata presumibilmente con l’intento di celebrare il ventennale dell’ascesa al soglio pietrino di Urbano VIII, è costituita da una bassa vasca quadrilobata. Al centro si innestano quattro sinuosi delfini in atto di sostenere, con le loro code, una conchiglia aperta. Sulla quest’ultima, si erge un tritone antropomorfo, intento a soffiare una buccina, annunciando così la fine della tempesta. Il tritone è simbolo rigeneratore della famiglia Barberini, colto nell’atto di onorare il pontefice nel ventennale del suo regno.
Tra Via Veneto e Piazza Barberini, incontriamo la Fontana delle Api (1643), dalla forma semplice ma estremamente elegante. È costituita da una conchiglia bivalve aperta da cui zampilla acqua. Sulla conchiglia sono posate tre grosse api, simbolo araldico della famiglia Barberini. Questa fontana si trovava in origine all’angolo di Palazzo Soderini, tra Piazza Barberini e Via Sistina, e fu trasferita qui solo nel 1916.
Le meraviglie di Piazza Navona
La Fontana dei Quattro Fiumi (1648-51, foto di apertura a destra) fu realizzata dal Bernini in Piazza Navona per volere di papa Innocenzo X. Dalle forme rivoluzionarie, è costituita da una vasca circolare molto bassa. All’interno trova posto un monumentale scoglio di travertino, abitato da quattro giganti di marmo, che rappresentano i maggiori fiumi dei continenti allora noti: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Río de la Plata. Al centro si erge un obelisco, coronato da una colomba di bronzo con un ramoscello d’ulivo in bocca. Si tratta dell’emblema di papa Innocenzo X, ma è anche simbolo della pace.
La Fontana del Moro (1575-76) è situata sul lato meridionale della piazza. Rappresenta il risultato dell’originale lavoro del Bernini, che trasformò la vasca polilobata di Giacomo della Porta in una scenografica mostra d’acqua, abitata da tritoni e animali marini. La sua idea era quella di creare una grande fontana con al centro un’imponente tritone, scolpito dal suo allievo Giovanni Antonio Mari. Il tritone è rappresentato nell’atto di trattenere con tutta la sua forza un enorme pesce intento a sfuggirgli tra le gambe. Questa figura dai forti tratti somatici fu chiamata “il moro” e, ancora oggi, conserva questo nome.
La Fontana della Barcaccia
Situata ai piedi della scalinata di Piazza di Spagna, la Fontana della Barcaccia (1627-29) fu progettata da Pietro Bernini e dal figlio Gian Lorenzo. Interamente in travertino, presenta la forma di una barca, da cui il nome di “barcaccia”. Ma non è un dispregiativo… anzi!
Le “barcacce” erano imbarcazioni impiegate nel vicino Porto di Ripetta per trasportare il vino da una sponda all’altra del Tevere. Secondo una leggenda, durante un’inondazione comparve una barca in secca al centro della piazza e papa Urbano VIII commissionò la fontana in perpetua memoria. Da notare che i “cannoni” della barca, anziché emettere fuoco “gettano acqua!”: così recita una poesia di Urbano VIII, acqua che serviva a dissetare il popolo romano.