Uno dei monumenti più famosi di Roma, che celebra il gioco dell’acqua in un teatro di eterna bellezza.
«Bastano le fontane per giustificare un viaggio a Roma»: parola del poeta inglese Percy Bysshe Shelley. Passeggiando tra vicoli e piazzette della Città Eterna, può capitare di trovarsi inaspettatamente dinanzi alla Fontana di Trevi. Lo spettacolo al quale si assiste non può che definirsi straordinario!
All’improvviso il rumore dell’acqua invade i nostri pensieri. La vista rimane colpita da tanto candore, dal perenne scintillio, dalle statue che sembrano animarsi e uscir fuori da ogni dove.
La fontana di marmo e travertino fu progettata dall’architetto Nicola Salvi, vincitore del concorso indetto da papa Clemente XII nel 1732, e completata nel 1762 da Giuseppe Pannini in un sublime stile tardo barocco, dalle forti reminiscenze berniniane.
La Fontana di Trevi è alimentata dall’Aqua Virgo, proveniente dall’Acquedotto Vergine fatto costruire da Agrippa, genero e collaboratore dell’imperatore Augusto, nel I secolo a.C.
Le figure allegoriche della Fontana di Trevi
Un vero e proprio teatro che emerge dall’acqua, in cui va in scena la storia dell’Aqua Virgo attraverso eleganti figure allegoriche, che alludono ai suoi effetti benefici. Nella nicchia centrale della fontana si erge la statua di Oceano, opera di Pietro Bracci. È raffigurata alla guida di un cocchio a forma di conchiglia trainato da due cavalli alati, uno iracondo e l’altro placido, che rappresentano il mare agitato e calmo.
Nelle due nicchie più piccole che fiancheggiano quella centrale si trovano invece le statue della Salubrità (a sinistra di Oceano) e dell’Abbondanza (a destra). Quest’ultima è raffigurata mentre sorregge una grande cornucopia traboccante di frutti. Al di sopra, due rilievi raffigurano Agrippa (a sinistra) che approva la costruzione dell’Aqua Virgo, e la giovane vergine (a destra) che indica ai soldati dove scavare per trovare le sorgenti d’acqua. Cos’ riporta la leggenda trasmessaci dal politico e scrittore romano Frontino.
Il prospetto superiore è sorretto da quattro grandi colonne corinzie. Le quattro statue allegoriche qui posizionate rappresentano ciò che viene prodotto con l’abbondanza delle acque piovane. Si tratta dell’Abbondanza della frutta, della Fertilità dei campi, della Ricchezza dell’autunno e dell’Amenità dei giardini.
Infine, tra le due statue centrali vi è una grande iscrizione commemorativa. È sormontata dallo stemma araldico di papa Clemente XII sorretto da due Fame alate, realizzate da Paolo Tenaglia.
Due curiosità sulla Fontana di Trevi
A rendere la fontana ancora più spettacolare, è la vasta quantità di particolari. Pensate che è possibile distinguere ben 30 specie di piante, insieme a numerosi animali.
E ancora: sul lato destro della fontana c’è un enorme vaso ornamentale scolpito nella roccia. L’architetto Nicola Salvi lo realizzò per eludere la visuale dei lavori a un barbiere che aveva la bottega lì vicino. Pare che quest’ultimo criticasse sempre il progetto della fontana in costruzione.